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Una delle categorie sociali più deboli del nostro Paese è sicuramente quella dei pensionati: quelli italiani percepiscono i redditi da pensione più bassi d’Europa, con oltre il 45 % (ben sette milioni e mezzo di anziani) costretto a vivere con meno di mille euro al mese. A fronte di questi dati, si può immaginare come nell’ attuale congiuntura economica sia molto difficile per un pensionato ottenere un finanziamento, anche per sostenere delle spese di primaria necessità, come quelle sanitarie. La garanzia offerta dal reddito di un pensionato spesso non è considerata molto solida dalle banche.
Per rispondere alle crescenti esigenze di credito da parte di questa fascia della popolazione, negli ultimi anni si è sviluppato un segmento del mercato creditizio ad hoc rivolto a questa particolare platea di soggetti. Che, pur disponendo di redditi mediamente bassi, hanno un innegabile vantaggio, rappresentato dalla sicurezza dell’entrata monetaria rappresentata dalla pensione.
Caratteristiche principali
I prestiti per pensionati rientrano nella categoria dei prestiti personali. Non sono quindi erogati per sostenere una spesa specifica, nè sono subordinati alla presenza di garanzie reali (quali il pegno o l’ipoteca) che gravano sui beni del richiedente. La somma richiesta viene erogata direttamente al richiedente, che la restituirà secondo un piano di ammortamento a rate costanti. Le rate variano in base alla durata concessa, all’ammontare del finanziamento, al TAN (Tasso Annuo Nominale) e al TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale). Quest’ultimo comprende anche interessi e oneri accessori, ed esprime quanto realmente incide un finanziamento nelle tasche del debitore. Nel confronto della convenienza fra vari prestiti è dunque molto importante soffermarsi sul TAEG, oltre che sull’importo della singola rata.
Qualora salti il pagamento di una rata, il debitore vede una immediata maggiorazione degli interessi dovuti, per l’applicazione di una mora, e rischia di veder inserito il proprio nominativo nell’elenco dei creditori ritardatari, gestito dalla Centrale dei Rischi. La conseguenza sarà la maggior difficoltà ad ottenere credito in futuro. E’ inoltre possibile estinguere anticipatamente il finanziamento, dietro pagamento di una penale non superiore all’1% dell’importo totale erogato.
La cessione del quinto
Anche i pensionati dal 2005 possono contrarre dei prestiti personali con la possibilità di restituire l’ importo erogato mediante una trattenuta diretta sulla pensione, entro il limite massimo di un quinto della stessa.
Per accedere a questa possibilità il pensionato deve rivolgersi all’ente pensionistico per ottenere il documento di cedibilità della pensione, che attesta l’importo massimo di una rata mensile per la cessione del quinto, e successivamente consegnarlo direttamente all’ente erogante (banca, finanziaria…), il quale si prende in carico l’iter amministrativo ed inoltra la domanda presso l’ente pensionistico che mensilmente effettuerà la trattenuta. L’importo massimo è calcolato al netto delle ritenute previdenziali e fiscali.
Tale modalità risulta particolarmente comoda per il pensionato, che non si dovrà occupare delle scadenze relative ai pagamenti delle rate del prestito richiesto. L’INPS, in virtù di numerose convenzioni con banche e società finanziarie, garantisce l’inoltro telematico del documento di cedibilità, oltre che condizioni molto vantaggiose per i pensionati.
Il contratto ha un limite massimo di 10 anni e prevede l’obbligo di stipulare un’assicurazione contro il rischio di decesso del contraente prima che avvenga il rimborso, in tutela dell’impresa che eroga il prestito.
Non tutti i pensionati possono però richiedere la cessione del quinto. In particolare non possono farlo coloro che hanno pensioni di invalidità civile, assegni per l’assistenza a pensionati per inabilità, assegni destinati al nucleo familiare, pensioni e assegni sociali. Gli importi di tali pensioni sono infatti bassi, non sufficientemente capienti per garantire contemporaneamente la restituzione di un prestito e una vita dignitosa.
Prestiti INPDAP
Coloro che hanno lavorato nella Pubblica Amministrazione possono accedere ai prestiti erogati dal Fondo ex INPDAP, che ogni anno stanzia delle risorse da destinare al credito. Gli importi richiedibili sono di piccolo importo: si parla infatti di Piccolo Prestito. La restituzione può avvenire in 12, 24, 36 o 48 rate, e le domande possono essere presentate esclusivamente per via telematica. Quando si giunge a metà del piano di ammortamento, quindi 6 rate pagate per il prestito annuale, 12 per il biennale, 18 per il triennale e 24 per il quadriennale, è possibile rinnovare il prestito. Generalmente con una quota del nuovo importo erogato si estingue il debito precedentemente contratto. Non è prevista alcuna assicurazione contro il decesso, per cui in caso di morte rima della scadenza del piano non c’è il recupero del debito residuo.
Anche in questo caso non va prodotto alcun giustificativo di spesa e non è richiesta l’esibizione di un certificato medico.
Banche e società finanziarie
Anche società finanziarie e istituti di credito erogano prestiti ai pensionati. Generalmente i requisiti richiesti sono la residenza del territorio italiano, un reddito dimostrabile (in questo caso la pensione) e un’età non superiore ai 75 anni. I tassi di interesse sono mediamente più alti rispetto alle tipologie viste precedentemente, ma inferiori rispetto a quelli sui prestiti per i lavoratori dipendenti. Tramite i siti che comparano i finanziamenti (SUPERMONEY, PRESTITIONLINE, SEGUGIO, FACILE, SOSTARIFFE…) è possibile effettuare una valutazione di convenienza fra le varie alternative.
Fra le società finanziarie che erogano questi finanziamenti COMPASS, FINDOMESTIC, AGOS e PRESTITALIA sono le più quotate.
Prestiti per anziani protestati
E’ possibile ottenere un finanziamento anche se si ha un protesto o una segnalazione presso la Centrale dei Rischi? Questa è una domanda che in molti si fanno. Infatti, prima di essere approvato, un finanziamento passa attraverso una valutazione della capacità creditizia del cliente mediante appunto la Centrale dei Rischi o il Consorzio di Tutela del Credito. Se il richiedente risulta un cattivo pagatore, o se in passato ha subito dei protesti o dei pignoramenti può essere molto complicato ottenere un prestito, o se lo si ottiene vengono fatte sottoscrivere delle clausola svantaggiose, o peggio vessatorie. E sicuramente il tasso di interesse richiesto sarà molto alto.
Per questa tipologia di soggetti non è comunque preclusa la via della cessione del quinto. Inoltre, con la liquidità ottenuta si può procedere a chiudere il pignoramento e saldare i debiti pregressi.
In tal senso, si stanno sempre più diffondendo i prestiti per consolidamento debiti.
Prestiti personali
Una valida alternativa ai canali tradizionali, percorribile anche da chi ha pensioni molto basse o è un cattivo pagatore, è senza dubbio quella dei prestiti personali. Diffusi negli ultimi anni, i prestiti personali sono facilitati dallo sviluppo di appositi siti internet che permettono l’incontro fra chi ha bisogno di soldi e chi è disposto a prestarli. Vantaggi: non ci sono costi amministrativi o di istruttoria, non sono chieste garanzie. Svantaggi: il tasso di interesse è generalmente più alto rispetto a quanto offerto da una banca, e ci sono da pagare tasse (3% sull’importo totale) e l’imposta ipotecaria.