Guida Articolo
Tra i numerosi prodotti proposti dal sistema finanziario, una particolare menzione va al cosiddetto consolidamento debiti, una soluzione ideata appositamente per andare incontro alla fetta di clientela che si trova a doversi destreggiare tra più finanziamenti e vorrebbe quindi vedere semplificato il proprio percorso.Con il termine di consolidamento debiti si indica proprio il prestito grazie al quale la persona interessata può infine ristrutturare e quindi consolidare la situazione debitoria assunta in precedenza tramite prestiti o mutui.
A tal proposito, va ricordato anche come la legislazione in vigore nel nostro Paese preveda la possibilità di dare luogo ad un prestito strutturato in grado di coprire sino ad tetto massimo fissato a quota 30mila euro, con un corrispondente piano di ammortizzazione per dieci anni, ovvero 120 mensilità.
Perché adottare il consolidamento debiti
Accade sovente che il consumatore venga a trovarsi di fronte a molte rate da pagare al fine di onorare il piano di rientro disegnato in sede contrattuale con gli istituti bancari dopo aver richiesto e ottenuto vari finanziamenti. In particolare, la situazione viene resa complicata dal fatto che il totale da corrispondere alle controparti per poter ammortizzare i debiti contratti si riveli nel complesso troppo alto rispetto alla propria disponibilità economica.
In questo caso può rendersi necessaria una ristrutturazione del debito, al fine di semplificare i flussi finanziari in uscita, riunendoli in una sola rata. Il vantaggio del consolidamento debiti, però non si esaurisce nella razionalizzazione del debito, ma anche nel minor importo della rata mensile che verrà ridisegnata da questa operazione rispetto alla somma precedentemente data dalle varie rate che dovevano essere gestite.
Per effetto di questa operazione di ingegneria finanziaria, il piano di ammortamento verrà diluito nel tempo, risultando alla fine più lungo, ma le somme da corrispondere al termine di ogni mese potranno risultare più facili da pagare per il debitore.
Si tratta quindi di una tipologia di prestito che va a differire in maniera notevole dai prestiti che rientrano nel cosiddetto credito al consumo e da quelli personali, il quale svolge una funzione chiarificatrice, andando infine ad estinguere tutti i debiti contratti. Ad estinguerli è proprio l’istituto finanziario prescelto, che si metterà in azione non appena siglato il relativo contratto, dopo aver appunto rimodulato l’importo e la durata delle rate, alleggerendo il carico mensile e allungando il piano di ammortamento.
La ratio del consolidamento debiti è in definitiva quella di consentire al cliente di far fronte agli impegni assunti senza rischiare il default e, soprattutto, accentrando il processo di ripianamento, limitandolo ad una sola controparte.
Criteri di concessione
Naturalmente il consolidamento debiti viene concesso dopo un’istruttoria da parte dell’ente chiamato a erogare il credito necessario, nel corso della quale vengono verificati i titoli reputati necessari relativi al richiedente. Tra i fattori che possono spingere alla concessione del prestito, solitamente ve ne sono tre considerati determinanti:
· le politiche di rischio dell’ente, ovvero i criteri che informano le decisioni dello stesso a fronte delle richieste pervenute. In pratica ogni istituto bancario o finanziario provvede ad elaborare criteri basati su una serie di report e dati di vario genere, il cui fine ultimo è di evitare il verificarsi di crediti inesigibili ovvero possibili situazioni di insolvenza, ormai molto frequenti nel panorama tricolore;
· la situazione reddituale del richiedente. Naturalmente un reddito elevato e un basso rapporto tra lo stipendio e l’enttià della rata mensile contribuiscono a facilitare la concessione del finanziamento richiesto, in quanto rendono più sostenibile il piano di ammortamento e quindi più basso il rischio che si dovrebbe assumere l’ente interpellato;
. la storia creditizia vantata dal cliente, ovvero il suo grado di affidabilità.
Ove si tratti di un cliente che non è mai stato segnalato all’interno delle cosiddette centrali rischi (la più nota è quella del Crif), le possibilità che la richiesta sia accolta salgono notevolmente, mentre si abbassano nel caso opposto. Ogni volta che arriva una richiesta, infatti, gli istituti creditizi provvedono ad informarsi presso le banche dati per capire la storia pregressa del richiedente e la sua eventuale iscrizione in categorie problematiche come i cattivi pagatori, coloro che hanno avuto difficoltà a pagare rate in passato, o i protestati, clienti che invece non hanno provveduto a onorare il piano di rientro in occasioni precedenti.
Quali garanzie vengono richieste per la concessione del prestito
Generalmente il consolidamento debiti non rientra nella categoria di finanziamenti subordinati alla presentazione da parte del richiedente di determinate garanzie, come ad esempio l’accensione di un’ipoteca su beni messi a disposizione dal richiedente. A volte, però, l’ente erogante preferisce mettersi al riparo da eventuali pericoli e in questo caso può decidere di chiedere cambiali al posto delle rate, garantendo per tale via l’intero importo concesso.
La forma di garanzia più gettonata dagli istituti bancari è però quella rappresentata dalla presenza di una terza figura, il cosiddetto garante. Si tratta di un soggetto il quale è chiamato a garantire il ripianamento del debito sottoscritto in caso di inadempienza del sottocrittore principale e per farlo deve mettere a disposizione il suo reddito o patrimonio.
Il garante può essere un familiare o un conoscente e di solito gli istituti finanziari preferiscono che metta a disposizione il suo stipendio o la sua pensione, in quanto i beni immobili dovrebbero comunque essere rivenduti su un mercato che attualmente si trova in una situazione estremamente problematica. La richiesta di un garante è abbastanza ricorrente, soprattutto nel caso in cui il richiedente abbia una situazione lavorativa non solidissima (ad esempio essendo un lavoratore atipico) o l’importo del prestito sia abbastanza alto.
Cosa succede nel caso del mancato versamento di una rata
Nel caso in cui il richiedente risulti inadempiente, ovvero non provveda al rimborso di una delle rate previste all’interno del piano di ammortamento sottoscritto, l’istituto che ha erogato il prestito di consolidamento debiti può rivalersi in vari modi:
– maggiorando gli interessi previsti tramite l’applicazione di una mora;
– provvedendo all’immediato inserimento del nominativo di chi ha violato i patti sottoscritti nello speciale elenco dei pagatori ritardatari, oltre che alla segnalazione in una delle centrali rischi, ovvero le banche dati che sono chiamate a condividere le notizie ricevute con tutto il sistema bancario e finanziario. In questo caso verrebbe minata l’affidabilità creditizia dell’interessato, con la conseguenza di avere una sempre più pronunciata difficoltà nei rapporti con banche e finanziarie ove provasse a chiedere nuovo credito;
– risolvendo del tutto il contratto sottoscritto in via unilaterale. Ove l’ente erogatore prendesse questa decisione, il cliente sarà obbligato a pagare non solo il complesso delle spese bancarie, ma anche gli oneri che si è dovuto sobbarcare l’istituto al fine di poter rientrare, aggiungendo infine una penale.
Ecco perché prima di sottoscrivere un prestito di consolidamento debiti sarebbe meglio comprendere se si abbia la forza di sostenerne il peso.